Fra i reperti esposti alla mostra "Storie d'Egitto" dei Musei Civici di Modena è presente la mummia di un bambino, di circa 3 anni, vissuto in Egitto fra il I-II sec. d.C. (Età romana).
Grazie al metodo di datazione del carbonio-14 (radiocarbonio) si è potuto constatare che solo parte del bendaggio della mummia (quello toracico) è originale e risalente al I-II sec. d.C., mentre invece la parte inferiore è stata realizzata nel 1800.
Anche il sarcofago è “moderno” (probabilmente 1700-1800) in quanto prodotto con due tipi di legno (pioppo e pino silvestre) non attestati nell’antico Egitto.
Il cartonnage (ovvero la sagoma in cartone multistrato stuccato e dipinto, al centro della foto) è stato probabilmente prodotto sempre nel 1800 al momento delle prime operazioni di restauro della mummia.
La mummia è stata sottoposta a diverse indagini di tipo diagnostico.
Grazie alla collaborazione con la Struttura Radiologica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena è stato possibile eseguire una TAC che ha evidenziato la tecnica di imbalsamazione, eseguita come era consuetudine nell’antico Egitto ovvero con rimozione del cervello e degli organi da addome e torace + posizionamento di sostanze resinose e di pacchetti di bende e sale finalizzati alla disidratazione dei tessuti.
Le radiografie effettuate su cranio e bacino hanno permesso di identificare anche il sesso (maschile) del bambino nonché (mediante l’osservazione dei denti) la sua età (circa 3 anni).
La TAC ha inoltre consentito di individuare alcune alterazioni tipiche di infezioni quali la meningite/malattie autoimmuni o di eventi traumatici che potrebbero essere stati la causa della precoce morte del bambino.
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