La sala egizia “Viaggio nell’Aldilà” del Neues Museums di Berlino, dove il nuovo e l’antico si incontrano.
La Via degli Antichi
Divulgazione, riflessioni, spunti e curiosità sul mondo dell'Egitto e del Vicino Oriente Antico - di Lisa Antonelli
domenica 3 gennaio 2021
Der Ägyptische Hof “Reise ins Jenseits” des Neuen Museums - Berlin
Il mito della creazione nell'antico Egitto
L’immagine è stata scattata alla mostra "Sotto il Cielo di Nut. Egitto Divino" presso il
La biblioteca de La Via degli Antichi
giovedì 24 dicembre 2020
Nell’Antico Egitto Iside era legata alla regalità, alla magia ma anche e soprattutto alla maternità, essendo venerata come dea madre.
lunedì 14 dicembre 2020
Le ampolle di San Mena
mercoledì 25 novembre 2020
domenica 15 novembre 2020
La collezione egiziana del Museo Archeologico di Bologna
La collezione egiziana del Museo Archeologico di Bologna venne istituita ufficialmente nel 1881, in occasione dell'inaugurazione del Museo Civico stesso, a Palazzo Galvani.
La raccolta è il frutto di una storia iniziata tempo prima: i 4.000 oggetti ad essa appartenenti, sono infatti il risultato dell’unione di differenti collezioni, formatesi a partire dal 1600 grazie al lavoro e all’interesse che numerosi personaggi storici bolognesi ebbero nei confronti dell'antico Egitto, fra i quali Ulisse Aldrovandi (1522-1605), Ferdinando Cospi (1606-1686), Luigi Ferdinando Marsili (1658-1730), Prospero Lambertini - alias Papa Benedetto XIV (1675-1758) - e Pelagio Pelagi (1775-1860).
Fino al 1994, la collezione egiziana era collocata al primo piano di Palazzo Galvani, in tre sale decorate a tema, con motivi floreali egittizzanti; se la memoria non mi inganna, la mia prima visita al Museo risale a quegli anni, e ricordo l’atmosfera che si respirava nel percorso attraverso le sale dal soffitto altissimo, le vetrine in legno e gli alti basamenti che sorreggevano sculture in basalto. Il tutto aveva un fascino molto ottocentesco, richiamando alla mente il periodo post-napoleonico e la fioritura del mercato antiquario; il rigido ordinamento per tipologia di oggetti andava tuttavia sicuramente a discapito della contestualizzazione storica dei singoli reperti.
Tra gli obiettivi della nuova collocazione della collezione egiziana - oggi al piano interrato del palazzo - c’è stata anche la volontà di creare un percorso museale di tipo differente, che vuole introdurre il visitatore non solo alla osservazione degli oggetti, ma ad un vero e proprio cammino nella storia e nella cultura dell’antico Egitto, rendendo la raccolta stessa strumento intrinseco di questo itinerario.
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Fig. 1 Il corridoio di ingresso della Sezione Egizia |
L’ingresso alla Sezione Egizia avviene attraversando un corridoio di accesso (Fig. 1), dove, lungo le pareti, sono esposti gli splendidi rilievi provenienti dalla Tomba di Horemheb a Saqqara e facenti parte del nucleo della collezione Palagi.
Ad, Horemheb, prima militare e poi ultimo sovrano della XVIII Dinastia (1332-1323 a.C.), appartengono tre tombe, una a Tell el-Amarna, quella di Saqqara, e una terza a Tebe, nella Valle dei Re, dove venne effettivamente sepolto.
I rilievi della seconda tomba di Saqqara, dopo essere stati oggetto di vendita a diversi musei d’Europa, vennero acquisiti prima da Giuseppe Nizzoli e poi da Pelagio Palagi, che a sua volta li donò a Bologna.
Altri rilievi appartenenti alla stessa tomba si trovano a Berlino e a Leiden.
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Fig. 2 Stele di Ptahpatener XIX Dinastia (1292-1186 a.C.) Calcare (fronte) |
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Fig. 3 Stele di Ptahpatener XIX Dinastia (1292-1186 a.C.) Calcare (retro) |
Ecco che a questo punto, terminato il corridoio di entrata, un atrio circondato da immagini panoramiche dell’Egitto prepara il visitatore all’ingresso nel cuore della Collezione Egizia: il percorso cronologico dalle origini dell’antico Egitto all’Età romana (Fig. 4).
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Fig. 4 |
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Fig. 5 Poggiatesta a due colonne sx: III-IV Dinastia (2705-2520 a.C.) avorio di ippopotamo dx: III-VI Dinastia (2705-2195 a.C.) legno, lino |
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Fig. 6 Cista anepigrafe con vasi canopi scolpiti all'interno XII-XIII Dinastia (1938-1640 a.C.) Calcare |
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Fig. 7 Una delle vetrine di ushabti |
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Fig. 8 Gruppo di coni funerari XVIII Dinastia (1539-1292 a.C.) Terracotta |
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Fig. 9 Osiride XXVI Dinastia - Età Tolemaica (664-31 a.C.) Bronzo, avorio (intarsio occhi), oro |
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Fig. 10 Amuleti |
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Fig. 11 |
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Fig. 12 |
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Fig. 13 Ampolla di San Mena VI-VII sec. d.C. Terracotta |
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Fig. 14 Tavolette cuneiformi |
lunedì 2 novembre 2020
Le tavole delle offerte erano lastre destinate a rappresentare ed accogliere le offerte funerarie che venivano fatte per i defunti presso la loro tomba, in occasione di cerimonie e rituali che avevano la funzione di sostentare il defunto e garantirne il benessere nell’aldilà; questa tavola in particolare, in arenaria grigia, è conservata presso i Musei Civici di Reggio Emilia e rappresenta pani ed offerte animali e vegetali, assieme ad un canaletto di scolo che conduce a due bacini di raccolta, probabilmente per l’irrorazione magico-rituale delle vivande votive con l’acqua.
Statua calcarea (probabilmente votiva) di Meretsegher 𓌸𓊃𓎼𓂋𓀁𓆗 (Mrt-sgr), la dea serpente venerata a Deir el-Medina, custode del villaggio e della necropoli.
martedì 13 ottobre 2020
Rituale magico di Uhhamuwa contro una pestilenza

Statuetta votiva di Osiride
Tra le numerose statuette votive di Osiride prodotte in bronzo, questa spicca per la sua particolare bellezza.

domenica 4 ottobre 2020
Erodoto, Storie, Libro II, cap. 127-128.
“Dunque, fino al regno di Rampsinito dicevano che in Egitto c'era un buon governo e che l'Egitto era assai fiorente, ma che dopo questi Cheope col suo regno ridusse il paese alla più estrema miseria; infatti, dopo aver fatto chiudere tutti i templi, dapprima impedì i sacrifici, poi comandò che tutti gli Egiziani lavorassero per lui.
[...] Dicevano gli Egiziani che questo Cheope regnò per 50 anni e che, alla sua morte, gli successe Chefren. Questi seguì gli stessi sistemi [...] Dicevano che Chefren regnò 56 anni. Questi 106 anni li computarono come quelli in cui gli Egiziani ebbero a soffrire ogni sorta di mali, e i templi, che erano stati chiusi, per tutto questo tempo non furono riaperti.

Colore, arte e magia nell'antico Egitto

Due vasi di famiglia
Il vaso rappresentato nella prima immagine reca (nei due cartigli) il nome di Ramses II (la sua titolatura) mentre quello nella foto seguente il nome di Merenptah, quattordicesimo figlio di Ramses II e della sua sposa Isetnofret.


domenica 27 settembre 2020
Tre ushabti esposti alla mostra "Storie d'Egitto" presso i Musei Civici di Modena
1) Ushabti di Hor - XXVII Dinastia.
2) Ushabti anepigrafe (senza iscrizione) - faïence verde-azzurra - Epoca Tarda;
3) Ushabti anepigrafe - faïence verde azzurra Epoca Tarda/Greca;
I tre ushabti presentano le caratteristiche tipiche delle manifatture prodotte dalla XXVI dinastia in avanti, ovvero l’utilizzo della faïence come materiale, la corporatura mummiforme, la parrucca tripartita, le mani incrociate che reggono una zappa, un falcetto, e la piccola borsa che ricade dietro alla spalla sinistra, il pilastrino dorsale con base trapezoidale.

Lo sguardo eterno

La linea del tempo - eredità del nostro passato










Dipinto di Alessandro Ricci

Una lettera del re di Mitanni
Credits: Oriental Institute University of Chicago
sabato 12 settembre 2020
Amuleti egizi a forma di due dita


- Foto di sinistra: amuleto in presunta ossidiana, di epoca tarda-Tolemaica (664-332 a.C.), esposto alla mostra "Sotto il Cielo di Nut. Egitto Divino" presso il Museo Archeologico di Milano;
- Foto di destra: due amuleti in basalto nero, epoca tarda, conservati ai Musei Civici di Reggio Emilia.
venerdì 11 settembre 2020
Cartonnage con immagine della dea Nefti
Questo cartonnage realizzato in tela stuccata e dipinta e probabilmente proveniente dall'interno di un sarcofago, è datato alla XXV-XXVI Dinastia (712-525 a.C. circa) e rappresenta la dea Nefti alata.
L'immagine fa parte del frammento pubblicato in un post precedente (link qui) dove è raffigurata la dea Nut in posizione frontale, nuda, con le mani alzate sopra alla testa.


Due ushabti in legno dai Musei Civici di Reggio Emilia


