Del complesso romanico della basilica di Santo Stefano a Bologna, che comprende la Chiesa del Crocifisso (XI secolo), del Sepolcro (riedificata nel XII secolo) e dei Santi Vitale e Agricola (XI secolo), la Basilica del Santo Sepolcro custodisce il nucleo più antico del gruppo.
L’edificio, a pianta centrale dal perimetro ottagonale colonnato, sormontato da un’alta cupola, contiene un’edicola marmorea che riproduce il Santo Sepolcro di Cristo a Gerusalemme, edificata secondo la tradizione dal vescovo Petronio nella prima metà del V secolo sopra una fonte d’acqua.
Nel pavimento della chiesa, un pozzo coperto da una grata contiene infatti l’acqua di un’antica sorgente che ancora persiste (nonostante l’abbassarsi della falda) e che nella simbologia cristiana venne identificata con le acque redentrici e miracolose del fiume Giordano.
Alcuni studi hanno ipotizzato che in questo luogo, precedentemente, in età romana, venisse praticato il culto di Iside e che la fonte fosse sacra alla dea stessa.
La teoria è supportata soprattutto dalla presenza di un’iscrizione lapidea in marmo bianco, dedicata ad Iside e datata tra la metà del I e la fine del II sec. d.C., murata su un lato del complesso, nel cortile antistante, fra i due sarcofagi medievali che custodivano le spoglie dei primi vescovi della Chiesa di Bologna.
Fu per volontà testamentaria della liberta Sextilia Homulla che venne realizzata questa dedica alla dea:
DOMINAE ISID[I] VICTRICI
NOMINE M(ARCI) CALPURNI TIRON[IS ET] SUO EX PARTE PATRIMONI SUI SEXTILIA M(ARCI) LIB(ERTA) HOMULLA PER ANIC[ETU]M LIB(ERTUM) SUUM UT FIERET TEST(AMENTO) CAVIT
“Alla dea Iside Vincitrice, con parte del proprio patrimonio, a nome proprio e di Marco Calpurnio Tirone, Sextilia Homulla, liberta di Marco, stabilì per testamento che venisse fatto ad opera del suo liberto Aniceto”.
Si suppone che in corrispondenza dell’edicola interna alla chiesa, tra l’80 e il 100 d.C. fosse stato edificato un luogo di culto sacro alla dea Iside per iniziativa di Calpurnia, ricca matrona bolognese. La sua collocazione, a est della Bononia romana e a breve distanza dalla Via Emilia, era in una zona ricca di sorgenti e comunque al di fuori dell’abitato, come già attestato per altri luoghi di culto isiaci al di fuori dell’Egitto.
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