martedì 11 aprile 2023

Ushabti policromo - Musée des Beaux-Arts de Dijon

Ushabti anonimo
XVIII-XIX Dinastia
Inv. D Cat Egypte 1997 n° 85
Musée des Beaux-Arts de Dijon

In questa foto è ritratto un pezzo proveniente dalla collezione egizia del Musée des Beaux-Arts de Dijon.

Si tratta di un esemplare di ushabti in legno, alto circa 18 centimetri, datato tra la XVIII e la XIX Dinastia ed interamente policromo: il volto, color ocra, è incorniciato da una parrucca nera ed in nero sono tracciati i lineamenti degli occhi, delle sopracciglia e della bocca.

Le mani, anch'esse dipinte, tengono gli attrezzi agricoli (zappa e falcetto), mentre il sacco del grano portato a spalla ricade sul retro della statuetta, al centro della schiena.

Tutto il busto è ricoperto da una decorazione a fasce nella forma di una collana ed il corpo mummiforme è decorato con quadrati dal bordo rosso con un grande punto blu al centro.

L'iscrizione, disposta in verticale in una striscia incorniciata di rosso su fondo giallo, seppur in ottime condizioni non riporta il nome proprio del defunto (ushabti anonimo).

Il Musée des Beaux-Arts de Dijon possiede una raccolta di 80 ushabti (in faïence, legno e terracotta) che sono stati studiati e catalogati da L. Aubert (in: Aubert J.F. e L., Statuettes Égyptiennes - Chaouabtis Ouchebtis, Paris, 1974).

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Per saperne di più sugli ushabti:

Gli ushabti (𓅱𓈙𓃀𓏏𓏭𓀾 wšbtj) sono statuette che rappresentano il defunto mummiforme e che venivano poste all’interno del corredo funerario al fine di poter “sostituire” il defunto stesso nei compiti che, secondo la credenza degli antichi Egizi, dovevano essere svolti nell’aldilà.

La parola “ushabti” deriva dal verbo “wšb” (usheb 𓅱𓈙𓃀𓏴𓀁) “rispondere” e significa “il rispondente”, “colui che risponde”; nelle formule iscritte su queste statuette, l’ushabti viene infatti esortato a prendere il posto del defunto per eseguire gli stessi lavori quotidiani necessari anche durante la vita terrena (come coltivare i campi, irrigare i canali, trasportare la sabbia, ecc.) garantendo così la sopravvivenza eterna del defunto.
Per poter svolgere queste attività l’ushabti era pertanto dotato di un falcetto, di una zappa (che impugna con mani) e di una borsa per le sementi che ricade dietro alla spalla.

Gli ushabti potevano essere in faïence (di colore turchese), legno, pietra, ecc. ed avevano una dimensione compresa mediamente tra i 5 e i 20 cm; dal Medio Regno, con il passare del tempo vennero prodotti in quantità sempre più numerose: nel Nuovo Regno ogni corredo poteva ospitare anche 400 statuette (una per ogni giorno dell’anno + 36 capisquadra ovvero uno ogni 10 operai). 

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Bibliografia:

- V. Laurent, M. Desti, Antiquités égyptiennes. Inventaire des collections du Musée des Beaux-Arts de Dijon, DRAC de Bourgogne, 1997.

- https://beaux-arts.dijon.fr 

- Crediti fotografici: Depôt du Musée du Louvre, Paris, Inv. N 2684 © Musée des Beaux-Arts de Dijon/François Jay

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