lunedì 2 novembre 2020

Le tavole delle offerte erano lastre destinate a rappresentare ed accogliere le offerte funerarie che venivano fatte per i defunti presso la loro tomba, in occasione di cerimonie e rituali che avevano la funzione di sostentare il defunto e garantirne il benessere nell’aldilà; questa tavola in particolare, in arenaria grigia, è conservata presso i Musei Civici di Reggio Emilia e rappresenta pani ed offerte animali e vegetali, assieme ad un canaletto di scolo che conduce a due bacini di raccolta, probabilmente per l’irrorazione magico-rituale delle vivande votive con l’acqua.

La tavola è incorniciata da due iscrizioni speculari in geroglifico, che, iniziando con la consueta formula di offerta ḥtp-dj-nswt (hetep-di-nesut), recitano:

“Un’offerta fatta ad Upuaut, signore della necropoli, (affinché) egli conceda un’offerta funeraria (consistente in) pane, birra, buoi, volatili, alabastro e vesti per il ka del tesoriere ed economo del direttore dei lavori, (a) Ra[...], giustificato”.

“Un’offerta fatta a Min-Horus, il possente, (affinchè) egli conceda un’offerta funeraria (consistente in) pane, birra, buoi, volatili, alabastro e vesti per il ka del tesoriere ed economo del direttore dei lavori, Ra[...], giustificato.”

La tavola per offerte proviene probabilmente dalla necropoli di Abido ed è datata al Medio Regno.



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