lunedì 30 marzo 2020

Una curiosità sui geroglifici

I geroglifici egizi possono essere disposti in righe orizzontali o in colonne verticali ma per identificare il loro ordine esiste un semplice trucchetto: i segni (persone, animali, rettili, uccelli, ecc.) guardano sempre verso la direzione in cui inizia il testo.


I geroglifici sono inoltre organizzati in modo da riempire correttamente e in maniera ordinata lo spazio a loro disposizione, pertanto i gruppi e le combinazioni di segni che rappresentano una singola parola sono disposti come fossero ognuno all’interno di un quadrato immaginario nell’ambito della stessa riga o colonna.

Particolare della stele calcarea di Horemhat, proveniente dal Museo Egizio di Torino ed attualmente esposta alla mostra "L'Egitto di Belzoni".




Storia dell'alfabeto - Lettera D

Lettera D
(Dāleth, Dalet, Dāl)

Il segno, prettamente triangolare fin dalle origini, rimasto tale nella versione maiuscola, ed evoluto invece secondo uno schema più corsivo/tondeggiante nella minuscola (greca e latina), rappresenta graficamente una porta aperta.
Nella scrittura ebraica e in quella araba la progressiva stilizzazione ha rimosso uno dei tre lati.


venerdì 27 marzo 2020

Specchio egizio

Specchio egizio, British Museum - Londra.

Questo specchio in bronzo, formato da un disco sorretto da due falchi, allude probabilmente alla divinità solare Horus.
Gli specchi potevano essere anche in rame e la superficie di metallo veniva solitamente sottoposta a lucidatura.
Faceva parte di un corredo funerario, come spesso accadeva per molti altri oggetti dedicati alla cura della persona, che si ritenevano utili al defunto per vivere la propria vita nell’aldilà.

L’oggetto è attualmente esposto alla mostra "L'Egitto di Belzoni".


Camminare nell'Antico Egitto


Sandali in fibra vegetale - Firenze, Museo Egizio.

Nell’antico Egitto, il segno geroglifico per “sandalo” (come determinativo) raffigurava l’oggetto stesso 𓋸 e si leggeva Tbt [cebet] 𓎀 𓃀 𓏏 𓋸 
L’oggetto è attualmente esposto alla mostra "L'Egitto di Belzoni".




La Sfinge

Chi l’ha detto che le sfingi hanno solo testa umana?
Ecco la Sfinge di Giza e a seguire una sfinge a testa di falco e corpo leonino, originariamente collocata nel tempio di Abu Simbel e proveniente dal British Museum, ora esposta a Padova alla mostra "L'Egitto di Belzoni".
Le sfingi a testa umana e corpo di toro (in versione alata) erano creature comuni anche nell’antica arte mesopotamica e spesso venivano collocati come guardiani alle porte di accesso dei palazzi.



Il dono della vita


In questo frammento di bassorilievo calcareo proveniente dal Louvre, ora esposto a Padova alla mostra "L'Egitto di Belzoni", il faraone riceve (probabilmente da una divinità) la vita (rappresentata dalla “croce” ankh 𓋹) e il potere (lo scettro wAs 𓋆 , con la testa ricurva di Seth).


lunedì 23 marzo 2020

Storia dell'alfabeto - Lettera G

Continuiamo con la G (g dura).
Anticamente è possibile che rappresentasse un’arma, oppure il collo del cammello 🐫 o ancora il cammello stesso (nel segno ebraico - gimel).
La C-D-E-F non sono state saltate ovviamente 😊 seguiamo l’ordine dell’alfabeto fenicio/ebraico/greco.
La C, nello specifico, come terza lettera dell’alfabeto latino, deriva per così dire da un “sincretismo” tra la occlusiva velare sonora G e la sorda K che, a poco a poco, davanti a vocali come “e” ed “i” assunse le caratteristiche di un fonema dolce (č - ciliegia).




Disco alato


Il disco alato, ovvero il disco solare con due ali spiegate, era un tipo di rappresentazione molto frequente nell’antico Egitto, in particolare nelle stele e nell’architettura (nell’immagine si trova sopra all’architrave all’ingresso del Tempio di Kom Ombo).
Attorno al disco si attorcigliano due urei, dai corpi inarcati nella parte superiore e ricadenti in quella inferiore.
Questo tipo di disco solare è talvolta definito “quello di Behedet, Signore del cielo e delle Due Terre”.
Behedet è l’antica Edfu.
Quello di Behedet” corrisponde invece ad una antica divinità-falco successivamente identificato con Horus.



Giza

Veduta della piana di Giza con le tre piramidi di Cheope (Khufu), Chefren (Khafra, figlio di Cheope), Micerino (Menkaura) e le tre piccole piramidi delle regine, che si trovano sia accanto alla piramide di Cheope che a fianco di quella di Micerino, e che erano destinate alla sepoltura delle mogli reali più rilevanti.



domenica 15 marzo 2020

Storia dell'alfabeto - Lettera B

Beta - bet - bā’

= “casa”



Valore fonetico = b



Principali evoluzioni del segno che rappresenta l’ambiente domestico a uno/due vani con apertura verso l’esterno:








sabato 14 marzo 2020

Storia dell’alfabeto - lettera A

Da dove viene il nostro alfabeto e come si è evoluto?
Visto che i sistemi di scrittura antichi (e non) sono sempre stati fra i miei argomenti preferiti, ho preparato una nuova tematica da proporvi “a spot” nei prossimi post: si chiama “Storia dell’alfabeto”.
I fenici sono stati gli inventori del sistema di scrittura dal quale hanno tratto anche altri alfabeti quali l’aramaico, il sudarabico, l’ebraico, l’arabo, fino ad arrivare al greco e quindi alla lingua nostra.
In origine, ogni segno era la stilizzazione di qualcosa di concreto (un’”ideogramma”) e aveva un suo valore fonetico.

Partiamo dalla A, che anticamente rappresentava la testa di un bue:

    



 Foneticamente, la Aleph/‘Alef era un suono di stacco glottale che nel tempo ha tendenzialmente perso il suo valore di consonante.

Antica Roma e Antico Egitto

Tempio di Luxor - Affreschi di epoca romana (fine III sec. d.C.).
Durante il regno di Diocleziano il Tempio di Luxor venne trasformato parzialmente in un castrum militare per la sosta dei legionari e in un ambiente in particolare fu ricavato un sacellum del culto imperiale, nel quale, sopra ai geroglifici incisi nella parete, vennero dipinti degli affreschi che rappresentavano scene di processione dei tetrarchi, di udienza o, come in questa immagine, senatori romani che si radunano ai piedi del trono imperiale.

mercoledì 11 marzo 2020

Babbuino

Nell’Antico Egitto il babbuino era un animale pressoché domestico, e veniva rappresentato spesso sia nell’arte pittorica che in quella scultorea.
Dal punto di vista religioso il babbuino era l’animale sacro a Thot, dio della scrittura, delle scienze ma anche divinità lunare.
Questa statua è collocata a Menfi, nel viale che conduce all’ingresso del museo dove si trova il colosso sdraiato di Ramses II.

Capitelli Hathorici



I capitelli delle colonne del tempio dedicato ad Hathor a File, isola situata nell’Alto Egitto meridionale, rappresentano il motivo del “sistro hathorico” (lo strumento musicale composto dalla schematizzazione di un naos e dalla testa di Hathor come “vacca celeste” ovvero avente le orecchie di mucca - animale sacro alla dea) il tutto appoggiato talvolta sull’ideogramma geroglifico dell’oro (nbw ) o, come in questa immagine, su motivi vegetali e floreali.

L’oro veniva associato ad Hathor, tant’è che la dea, nei testi dell’età tarda, viene spesso denominata Nbw.t, ovvero “la Dorata”.
Con la costruzione della diga di Assuan, il complesso dell’isola di File, destinato ad essere completamente sommerso dalle acque del Nilo, venne trasferito sulla vicina isola di Agilkia, nell’ambito di un programma di salvataggio promosso dall’UNESCO (1969).
File significa "Isola del tempo [di Ra]" e comprendeva diversi templi: il principale era il Tempio di Iside, in prossimità del quale si trovavano il Tempio di Hathor e quello di Imhotep (dignitario deificato dell'epoca di Djoser).


   

sabato 7 marzo 2020

La donna nei geroglifici

In occasione della Festa della Donna, vi propongo i quattro geroglifici principali che venivano utilizzati nell'Antico Egitto per rappresentare la figura femminile.

1) Donna seduta: utilizzato come determinativo (ovvero al termine di parole che riguardavano la donna in generale) oppure come suffisso per il pronome personale di prima persona femminile (traslitterato =j).

2) Donna incinta: il geroglifico era determinativo del verbo "concepire", "rimanere incinta" o del sostantivo "gravidanza" (jwr  oppure bkA ).

3) Donna che partorisce: determinativo del verbo "partorire" (msj ), il segno rappresenta la posizione accovacciata della donna nell'atto di dare alla luce il bambino.

4) Donna che allatta: determinativo del sostantivo mna.t  che letteralmente significa "infermiera" (con il determinativo generico di "donna") ma che con il segno finale diventa "balia". 







Valle dei Re

Come ve la immaginate la Valle dei Re?
Si tratta di uno Wadi, ovvero un canyon formato da un fiume che anticamente scorreva in questa valle e che, assieme alle piogge, ha scavato la roccia erodendone la pietra calcarea.
In arabo, si chiama Wadi Biban el-Muluk = la Valle delle Porte dei Re.
Le tombe, appartenenti ai faraoni della XVIII-XIX-XX dinastia, sono classificate con la sigla KV (King Valley) + n. progressivo.